La scelta del titolo che ho voluto dare a questo libro è stata dettata dal fatto che nel passaggio da vedente a non vedente c’è stato un cambiamento radicale nella mia vita.
I colori, le immagini, le forme, la profondità e tutto ciò che riguarda la vista si è trasformato in una visione opaca, annebbiata, offuscata senza diventare però “buio”. Lo spazio e la profondità non esistono più e pertanto la mobilità è limitata e solo con l’aiuto di una persona, di un bastone bianco e di un cane guida posso muovermi liberamente. Solo in ambienti già conosciuti da vedente e da ipovedente , ad esempio in casa e in ufficio sono sicura ed autonoma. Ho perso visivamente i colori ma sono impressi nella mia mente e dentro di me. Ogni volta che parlo in pubblico od immagino un contesto o un ambiente, mi è naturale accostare alle parole, al significato di esse un’immagine già colta da vedente e che riproduco con la fantasia.
Il titolo di questo libro sintetizza tutto ciò: ogni giorno ho bisogno di crearmi delle pennellate di colori per poter vivere e muovermi in un mondo che io definisco “neutro”.
Per questo mio modo di “vedere” senza più colori e per far capire e comunicare soprattutto a chi la vista ce l’ha le sensazioni che provo ho pensato di scrivere queste pagine. Non ho collegato tra loro gli argomenti né ho dato loro un ordine cronologico, ma vorrei che il lettore riuscisse a cogliere in queste pagine sparse uno spaccato della mia vita. Vorrei che il lettore aprisse questo libro a caso, ne leggesse una pagina e poi provasse a chiudere gli occhi, che accostasse al testo un colore proveniente dall’emozione che prova . Tutto ciò per far comprendere che chi non può più “vedere i colori” riesce comunque attraverso le parole a cogliere sfumature e tratti cromatici che si rinnovano continuamente in ogni situazione . Io cerco di farlo quotidianamente e ciò mi aiuta a mantenermi viva e a vivere la quotidianità in modo positivo.
“Fin da bambina, ogni giorno, appena alzata do un'occhiata dalla finestra ed è un rituale che mi accompagna da tanti anni. Da quella finestra, che dà su una collina e da cui si intravedono le montagne, scaturiscono colori, sfumature, emozioni. Con il trascorrere del tempo le forme, le sagome, le tonalità dei colori sono andati via via sbiadendo ma ho comunque e sempre continuato ad aprirla guardando fuori. Purtroppo un giorno non ho più potuto cogliere nulla: le forme, le sagome, i colori ed il movimento che provenivano da quel paesaggio sono scomparsi ma i rumori, i profumi ed altre forme di percezione si sono accentuati. Da quel momento mantengo viva nella mente e nel cuore il ricordo di quelle immagini che da bambina mi sono rimaste impresse e che da grande non possiedo più.“