I GIORNI COMPIUTI

Quel che ricordo di mio padre

Il destino o le circostanze hanno voluto che conoscessi mio padre soltanto negli ultimi anni della sua vita, poco prima che la precoce vecchiaia e la malattia lo portassero a morte all'età di settanta anni.

Sino ad allora, mio padre era stata una figura confinata nella memoria della mia infanzia e quando lo rividi (erano passati più di vent'anni) non fu facile superara il comprensibile imbarazzo e tentare di riannodare i fili spezzati delle nostre esistenze.

Nel lungo intervallo che separa queste brevi stagioni, mancarono le occasioni (o volutamente cercammo di evitarle) di incontrarci, limitando i contatti a rari scambi di cartoline di auguri.

Qualche tempo fa, nel tracciare la breve biografia da allegare alla mostra di quadri che volli allestire in memoria della sua vicenda umana, era per sempre cristallizzato in un grumo di ricordi evanescenti della mia infanzia e delle nostre brevi e sporadiche frequentazioni negli anni che precedettero la sua scomparsa.